venerdì 18 dicembre 2009

Chi è quel Tizio?

Un'altra curiosità della lingua: le personaggi ipotetici. Per ogni lingua uno può trovare un personaggio diverso per nominare un qualcuno che non conosciamo. In italiano ci sono Tizio, Caio, Sempronio, Mevio, Filano e Calpurnio.
Ecco la combinazione di nomi che si utilizza per altre lingue:

fonte (con qualche modifiche fate da me): Wikipedia


Oggi vi lascio un articolo molto simpatico sull'origine di queste tre personaggi.

A presto!
Adriana

martedì 15 dicembre 2009

Leonardo (parte 1)

Cos’è quello che ci inspira, che ci motiva a continuare ogni giorno senza perdere la speranza in questo mondo. Per me è la voglia di sapere di più, di stupirmi ogni volta, di trovare un qualcosa che mi faccia sorridere, piangere... sentire.

Penso che la stessa voglia di sapere incitava Leonardo da Vinci a studiare, scoprire, inventare. Poco si dice della sua faceta di cuoco, forse perché non è riuscito a brillare come l’ha fatto nella pittura, la scultura ecc. Comunque penso che ne vale la pena studiare un po’ su quest’altra parte della sua vita. Un po’ dopo di aver cominciato a studiare con Andrea del Verrocchio ha deciso di lavorare alle Tre Lumache, un ristorante dove è stato, diciamo, incompreso. Lui voleva servire dei bei piatti, delle porzioni piccole, bellamente messe sul piatto, ma i suoi commensali non hanno capito il piacere di mangiare qualcosa di bello... loro volevano soltanto mangiare e basta!

Poi all’interno della sua stanza nel Castello Sforza è riuscito a inventari diversi utensili e macchine per risolvere problemi all’interno delle cucine. Sebbene non tutti hanno avuto successo, certo sono state l’inizio di macchine ed utensili che utilizziamo oggi. Leonardo ha pensato a risolvere il problema degli odori per avere un’aria pulita, una maniera di avere sempre dell’acqua bollente, e una macchina per tagliare asparagi che ha servito finalmente come arma in un’invasione al Castello Sforza. Anche, importantissimo, ha inventato gli spaghetti prendendo la lasagna che esisteva già a Napoli e trasformandola in piccoli spaghi.

Mi raccomando di cercare il libro Note di cucina di Leonardo da Vinci, ci sono delle aneddoti, ricette ed altre curiosità sulla vita di Leonardo all’interno delle cucine italiana.

Sapevate che nel Rinascimento si utilizzavano dei piccoli conigli legati alle sedie per pulirsi le mani?

Leonardo non ha mai smesso di studiare, di osservare; ispirato nella vita, nella natura ha voluto sempre di sapere di più, è andato sempre un po' avanti alla sua epoca, un genio incompreso ma di chi sempre si impara qualcosa.

Un bacio!
Adriana

domenica 13 dicembre 2009

Per ispirare. Leonardo (introduzione)

Mi scuso per non aver scritto in qualche giorno, sono stata un po’ distratta, ma sono tornata e adesso inizierò un’altra sezione: Per ispirare.

Ci sono tanti personaggi che sempre mi fanno pensare che ci sia ancora speranza in questo mondo pazzo e sconvolto, personaggi di diversi discipline, ed epoche, quindi mi partendo di questo pensiero mi è sembrato un buon pretesto per cominciare una serie di piccoli note su queste persone, sempre legate all’italiano, che mi fanno sorridere oppure mi stupiscono in diversi sensi. Sono una continua fonte di ispirazione per me.

Comincerò a parlarvi un po’ su Leonardo, appena mi sono resa conto che ho un sacco di libri su lui che ho comprato per diversi ragioni e in diversi momenti della mia vita, ma sembra che sempre io ritorni a cercare lui e per questo apre la sezione.

Vissuto in un’epoca di crescita impressionante, nella Firenze dei Medici, studente di Andrea del Verrocchio ed avendo lavorato nella corte di Ludovico di Sforza ci sono tantissime cose da raccontare di quest’uomo. È un personaggio importante per i pittori, scultori, designer, ingegneri, filosofi, ecc.; domani vi parlerò di qualcosa più specifica, siccome appena oggi ho deciso di chi parlare prima non sono così ben preparata ma non volevo che il tempo continuasse a passare senza un aggiornamento al mio blog, quindi vi lascio una curiosità veramente simpatica di Leonardo: Le note di cucina.

Le note di cucina di Leonardo da Vinci sono un tipo di raccolta di ricette e comportamento al tavolo utilizzato nell’epoca in cui lavorava per Ludovico di Sforza a Milano. Vi lascio un piccolo articolo su l’importanza che hanno le sue invenzioni per la cucina italiana, anzi mondiale.

A domani!
Adriana

mercoledì 9 dicembre 2009

Prendiamo una tazza insieme

Questo è l’inizio di una nuova sezione, per coloro che mi conoscono sanno cosa significa per me il caffè, e un obbligo, indispensabile... Ci sono chi pensano che non c’era un’epoca in qui io non bevesse il caffè. Quindi, questa sezione sarà dedicata al caffè e tutte quelle bibite che ci inspirano a prendere una tazza in compagnia di qualcuno, di un libro oppure soli. Di tanto in tanto vi parlerò un po’ sul caffè e forse su altre bibite.

Tempo fa ho comprato un libro di Corraini Edizioni: Italianità, una raccolta di curiosità italiane, stampe di cose che sono proprio italiane, per dire così. Il libro è molto carino, ed ogni tanto lo apro in qualsiasi pagina e così l'ho letto tantissime volte; lì mi ho trovato un saggio sulla Moka Biletti (quella che possono vedere nella foto), con questa si fa i caffè di ogni mattina nelle case italiane, l’acqua bollente sale e dopo aver passato attraverso il caffè ben macinato risulta in un bel caffè profumato. Io non l'ho mai assagiato questo, ma infatti sto pensando di farmi un bel regalo per Natale... questa sarebbe una buona opzione! hahaha.

In Messico penso sia un po’ meno popolare, il caffè si prepara diverso qua, il caffè istantaneo è molto popolare per essere, penso, più pratico. Ma io adoro il café de olla, questo si prepara mettendo in una pentola di barro dei grani interi di caffè, cannella e piloncillo (zucchero prima di essere raffinato), si mette a bollire e diventa proprio una delizia! (Io metto a volte un po’ di anice).

Moka può avere tre sensi: uno, per la caffettiera Moka Bialetti, poi per il caffè provenente da la regione di Mokha in Yemen, e finalmente il caffè mescolato con il cioccolato che possiamo assaggiare a qualche bar.

Il caffè è una bibita che mi sembra sia molto interessante, uno si può mettere sempre a parlare con qualcuno davanti a una tazza di caffè, si utilizza negli uffici normalmente per fare una pausa, o sempre si può avere una bella sera di lettura con una tazzina di caffè accanto a noi.
Vado a prendere la mia tazza di caffè.

Ci vediamo in una prossima entrata!
Adriana


martedì 8 dicembre 2009

In bocca al lupo!

Adesso inizierò una piccola sezione all’interno di questo blog: in bocca al lupo!
Ogni tanto vi metterò una frase idiomatica di questo genere, molto utili quando uno ha bisogno di esprimersi in maniera meno ‘accademica’, voglio dire, utilizzare la lingua italiana in maniera più colloquiale.

In bocca al lupo, frase che gli da il nome a questa sezione è un augurio di buona fortuna, si può dire sempre che qualcuno è in una situazione difficile, un esame, una presentazione, ecc. L’altra persona dovrà rispondere ‘crepi il lupo!’ se no, porterà sfortuna.

L’origine è incerto, ma ho trovato un’entrata nella nostra amatissima Wikipedia che spiega più meno l’origine di questa frase.

Io non sono particolarmente superstiziosa, ma mi piacciono tantissimo questi usi della lingua, mi sembra che le da un po’ di sapore alla lingua che parliamo, sia la nostra lingua materna, sia un’altra che abbiamo imparato dopo. E come stranieri penso che sempre sia utile conoscere queste cose per esprimerci meglio. Quindi, ogni tanto, sotto l'etichetta ‘in bocca al lupo!’ troverete delle frasi idiomatici come questa.

A dopo!
Adriana.

lunedì 7 dicembre 2009

Amnesia



Oggi voglio scrivere su qualcosa più leggera, ho cercato tra le mie note e mi ho trovato un programma di radio che ho cominciato a ascoltare quando mi preparavo per i miei esamini  finali d’italiano: Amnesia. Lo trasmetteva la RAI, piccoli puntate di 15 minuti narrate da Mateo Caccia, un ragazzo di 33 anni che un anno prima di cominciare il programma aveva perso la memoria e ci parla della sua vita in generale, il percorso di costruire nuove memorie.

Nel programma si parla velocemente su qualche successo nella vita di Mateo, a volte sull’amicizia, a volte sull’amore, a volte sulla vita d’un italiano normale che cerca di capire come vivere all’interno di un mondo che gli conosce ma che lui proprio non ricorda.

Difficile, no? Abitare in un mondo dove tutti ci ricordano che siamo parte di loro ma noi non ci sentiamo a nostro aggio. A volte mi sento così, un po’ fuori di questo mondo, un po’ spinta ma comunque presa per un qualcosa che non saprei descrivere ma che mi riporta dentro e mi fa sentire un po’ parte di loro. È davvero strano questo, e certo che io non ho perso la memoria. Forse l’amnesia di Mateo gli da un bel vantaggio, lui può scoprire e meravigliarsi ogni giorno con le cose più comuni, più semplici e scopre delle piccole cose che noi lasciamo passare.

Mi raccomando di ascoltare qualche puntata di questo programma, sono corti e molto simpatici. La storia va accompagnata dei commenti di Mateo, di qualche telefonata (anche molto divertenti!) e della musica a tono con gli argomenti. Qundi, è una buona maniera di praticare un po’ l’ascolto e di divertirsi.

A la prossima volta!
Adriana

domenica 6 dicembre 2009

Riflesso di noi stessi



Ieri parlavo con un amico sull’educazione in generale, quella a scuola, quella a casa. Adesso sto lavorando come professoressa d’italiano a una scuola media e mi rendo conto di tante cose che davvero mi spaventano. C’è una mancanza di rispetto constante, tra di loro e verso la persona che c’è davanti a loro (quindi, io). Penso che sia un misto tra la terribile età adolescente e una nefasta educazione a casa loro. I bambini sono rimasti come parte dei mobili, li mettono davanti a la T.V.  per divertirli e... basta, non c’è interazione. Prendono tutto quanto ascoltano e vedono sullo schermo senza chiedere sia vero o sia falso, semplicemente perché non c’è nessuno a chi dirglielo. E pian piano diventano apatici, chiusi e si lasciano trascinare da qualcosa li dicono, come pecore.

Poi, le punizioni sono sempre troppo leggere, minacciano i bambini per metterli paura ma non ci sono mai vere conseguenze. E questo è l’identica cosa che capita all’interno della nostra società. Qualcuno commette qualche delitto e non ci sono mai le vere conseguenze, metterli in galera a volte non significa più che darli l’opportunità di formarsi come delinquenti professionali. Quindi, come fare per migliorare questa situazione, ignorarla non significa che sparirà, ma sempre possiamo alzarci e dire quello che pensiamo e incitare a riflettere a tutti quanti abbiamo intorno.

Poco tempo fa ho visto due film che mi hanno fatto pensare anche nei modelli educativi nel mondo, un film francese Les choristes ed un film italiano Rosso come il cielo, entrambi raccontano la storia dei bambini all’interno d'un collegio. Rosso come il cielo tratta di un bambino che diventa cieco dopo avere un incidente, in quell’epoca i bambini ciechi dovevano essere staccati della società ‘normale’ e andare a vivere assieme a i suoi ‘uguali’, quindi dovevano imparare a vivere in una società di ciechi. Questo bambino si trova con una maniera nuova di percepire il mondo attraverso il suono e collega in qualche maniera il mondo dei vedenti a quello dei non vedenti, anche se al direttore del collegio non piace questa nuova modalità d’insegnamento alla fine riescono a fare dei cambiamenti nel come vivono i ciechi, che non sono diversi agli altri, soltanto hanno una maniera diversa di percepire. Poi questo bambino diventa un designer del suono ed adesso lavora nell’industria del cinema. La storia è tratta di una storia vera, quella di Mirco Mencacci.

Quello che s’impara a scuola ci aiuta alla pratica, impariamo delle cose utili, ma quello che impariamo a casa è quello che ci forma come essere umani, è quello che davvero ci fa sviluppare la propria personalità e il carattere. La nostra società è un chiaro esempio della nostra indifferenza verso noi stessi e questo non capita soltanto in Messico, ma penso che anche succeda in Italia ed in altri paesi, sono delle piccole cose che costruiscono la nostra cultura, la cultura di ogni paese, di ogni persona.

A la prossima entrata! :)
Adriana

PD. Mi raccomando di cercare il film Rosso come il cielo, è veramente bello.