domenica 29 novembre 2009

Le lingue oltre alla madrelingua

Ciao!

Ieri ho avuto un attacco di male di pancia combinato con un sonno incredibile... quindi oggi vi lascierò due entrate con delle curiosità sulla cultura italiana che mi ho trovato.

Mi ho trovato un altro blog, Scriviamo in italiano, che principalmente è uno spazio dove si pubblicano delle piccole articoli su temi diversi soltanto per pratticare la scrittura della lingua italiana. Lì ho incontrato una entrata che parla sui dialetti, queste lingue che si parlano in Italia oltre alla lingua ufficiale (l'italiano) e che quando ci troviamo con qualcosa scritta oppure detta in dialetto noi stranieri penseremmo subito che non sappiamo proprio niente d'italiano anche se abbiamo spento 10 anni ad impararlo! Ma non spaventatevi, il dialetto napoletano, ad esempio, non lo capirebbe mai un milanese!

I dialetti, como scrive Jordi T. nel blog, sono il patrimonio culturale dell'Italia, siccome ogni una di queste lingue non vengono dell'italiano, hanno il suo proprio origine all'interno di ogni regione italiana quindi anche contengono una parte della cultura italiana, hanno un po' il sapore di ogni regione e principalmente per questo è importante che non si perdano.

Succede qualcosa di simile quà in Messico, noi abbiamo i noi propri 'dialetti' che parlano i nostri indígenas, ma l'uso è ben lontano di quello che esiste in Italia. In Messico ci sono pochissime persone che parlano queste lingue, il náhuatl e il maya sono i più conosciuti ma ci sono tante tante variazioni che non conosciamo e che oltre alla sua importanza per la communicazione contengono anche un pezzo di cultura che ogni giorno si perde velocemente. Ho trovato un articolo sulla National Geographic in spagnolo d'agosto 2009 che parla giusto sulle lingue indígenas messicane. Vi trascrivo un pezzetino che mi è sembrato molto bello:

In tutte le lingue si può espresare quello che le persone che la parlano hanno bisogno di communicare. Questo dipende di quello che ogni cultura considera importante e pertinente. In "chuj" (lingua "maya" que si parla nella frontiera con Guatemala) c'è una parola che intende l'interiore del corpo umano: "k'o'ol" ed è così importante che si utilizza nei saluti. Non basta dire: come va?, come facciamo in spagnolo -ed in italiano-. In "chuj" si chiede "wach'am am ak'o'ol", questo literalmente significa: va bene il tuo interiore?

Questo uso della lingua è bellissimo, si collega con l'essere umano, con il cuore, con l'anima e le da un altro valore alla maniera in cui ci communichiamo.

Una lingua è tanto più che imparare soltanto la grammatica o il vocabolario, significa collegarsi con altri esseri umani, con un'altra cultura, un'altra maniera di pensare e di vedere il mondo.

A presto!
Adriana

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